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#lapiantadelmese: LA GUAYUSA

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Sono le 3 di notte, in una casa Kichwa dell’Amazzonia ecuadoriana. Tutta la famiglia è già riunita attorno al fuoco, unica fonte di luce e di calore. Conversano tranquillamente, qualcuno sta annodando pazientemente fili di pita, una fibra naturale, per realizzare una shigra, una tipica borsa multiuso, indispensabile pezzo di abbigliamento della cultura indigena.

Tutti hanno in mano delle ciotole, piene di una bevanda fumante, che attingono da una grossa pentola posta sul fuoco.

La domanda sorge spontanea: cosa diavolo ci fanno alle 3 di notte tutti svegli? Una qualche ricorrenza particolare, una festa, un rituale tradizionale? No, quello è semplicemente il normale orario del risveglio nella vita di tutti i giorni degli indigeni Kichwa, come da noi potrebbero essere le 7 del mattino.

Ma dormono pochissimo, direte voi, come fanno? In realtà bisogna pensare che in un mondo tradizionalmente senza luce elettrica, quando fa buio, non c’è poi molto da fare oltre ad andare a dormire, e se consideriamo che in Ecuador il sole tramonta tutto l’anno verso le 18, si possono riuscire a fare le canoniche 7-8 ore di sonno senza problemi anche svegliandosi alle 3.


Ma il vero segreto sta in quelle ciotole fumanti piene di una bevanda misteriosa, chiamata guayusa, più propriamente waysa in lingua Kichwa.

Se la maggior parte di noi italiani non riesce a svegliarsi bene senza aver bevuto almeno una tazza di caffè, lo stesso si può dire dei Kichwa con la guayusa.


Ma che cos’è quindi la guayusa? È una infusione ricavata dalle foglie di un arbusto o piccolo albero, chiamato allo stesso modo della bevanda, che cresce solo in questa parte più alta dell’Amazzonia, quella più vicina al versante andino.

Il nome scientifico della pianta è Ilex guayusa, e appartiene allo stesso genere dell’agrifolio e della yerba mate, fonte di un’altra celebre bevanda stimolante sudamericana.


La pianta di guayusa è stata addomesticata dalle popolazioni indigene nel corso dei millenni, tant’è che al giorno d’oggi non si incontra in forma spontanea e molto raramente fiorisce e produce semi fertili, riproducendosi quindi solo artificialmente.

Una pianta addomesticata per le sue incredibili proprietà, che è diventata fondamentale per la vita delle popolazioni indigene.


Ma che cosa contengono le sue foglie? Caffeina, prima di tutto, nella considerevole quantità del 2-3%, superiore a quella di un normale caffè, ma anche teobromina, un altro alcaloide stimolante che normalmente troviamo nel cioccolato e L-teanina, una sostanza che si trova nel tè verde e che ha dimostrato di poter ridurre la fatica fisica e mentale, nonché di combattere lo stress. Un vero e proprio concentrato di stimolanti insomma.

Ma non solo, la guayusa contiene tutti gli aminoacidi essenziali per l’uomo e ha dimostrato un’alta azione antiossidante, utile a combattere l’invecchiamento da radicali liberi.

Non sorprende quindi il valore che viene dato a questa pianta, valore scoperto e tramandato dalla millenaria saggezza indigena e confermato dalla ricerca scientifica.


Gli usi tradizionali di questa bevanda sono molteplici: oltre a essere bevuta come stimolante, per tenere svegli, togliere fame e fatica durante il lavoro o le lunghe camminate nella selva, in cui spesso non si ha a disposizione del cibo, alla guayusa vengono attribuite altre proprietà interessanti.


Una su tutte quella di tenere lontani i serpenti e le innumerevoli zanzare, una sorta di repellente naturale. Per questa ragione, prima di intraprendere una camminata nella selva, gli indigeni si spruzzano copiose quantità di guayusa in viso, braccia e piedi.


Ma non solo, alla guayusa vengono anche attribuite proprietà disinfettanti e funge quindi da sapone e dentifricio ancestrali. Appena svegli ci si sciacqua la bocca e ci si lava la faccia con la guayusa. Le levatrici ancestrali prima del parto si lavano le mani e lavano le parti intime della partoriente con guayusa, e sempre con guayusa viene lavato il neonato subito dopo il parto.

Non da ultimo, bere abbondanti quantità di guayusa tutti i giorni viene raccomandato alle donne che vogliono aumentare la loro fertilità.


Bienvenidos a Tena, tierra de la guayusa y la canela”, (“Benvenuti a Tena, terra della guayusa e della cannella”): così recita un grande cartellone che accoglie i visitatori che entrano nella capitale della provincia ecuadoriana del Napo. Se la cannella la conosciamo più o meno tutti (anche se in realtà si tratta di una particolare specie di cannella amazzonica, ma ne parleremo in un prossimo articolo…) molto pochi hanno sentito parlare della guayusa prima di venire da queste parti, dato che fuori dalla regione è quasi introvabile. Una ragione in più per approfittare delle sue meravigliose proprietà.


Ah, quasi dimenticavo, si dice che chi prova la guayusa mentre visita la regione del Napo, sicuramente un giorno ci ritornerà. Siete stati avvisati...


Giacomo per NINA




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