Dai margini al centro: cosa ci portiamo a casa dall’incontro nazionale POWER di Bologna
- assoninaaps
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Fare rete non è solo incontrarsi. È riconoscersi, contaminarsi, cambiare sguardo.

È con questo spirito che il 5 e 6 dicembre abbiamo partecipato a Bologna all’Incontro nazionale di scambio e messa in rete del progetto POWER, un appuntamento che ha riunito organizzazioni da tutta Italia impegnate nel contrasto alla violenza di genere, nella promozione dei diritti e nell’empowerment femminile e comunitario.
P.O.W.E.R è un progetto europeo finanziato dal programma CERV dell’Unione Europea, attraverso la call Daphne, e promosso dalla ONG WeWorld in collaborazione con ABD e Action Aid Hellas. All’interno di questo quadro, WeWorld ha attivato un bando nazionale a sostegno di progetti che operano sul contrasto alla violenza di genere in Italia, intervenendo su più livelli: supporto diretto, prevenzione e sensibilizzazione, rafforzamento delle competenze degli attori territoriali, advocacy e ricerca.
L’incontro di Bologna nasce proprio da qui: dal bisogno di creare uno spazio di scambio reale tra le organizzazioni finanziate, non solo per raccontare i progetti, ma per condividere pratiche, metodologie e visioni, rafforzando una rete capace di generare cambiamento strutturale nei territori.
NINA APS dentro POWER: il progetto EMPOW(H)ER
All’interno di questo percorso, NINA APS partecipa come capofila con il progetto EMPOW(H)ER – Inclusione lavorativa e supporto integrato per donne vittime di violenza e persone LGBTQIAP+ in condizioni di vulnerabilità, attivo nei territori di Belluno, Imperia e Matera.
EMPOW(H)ER nasce con un obiettivo chiaro: superare l’approccio frammentato che spesso caratterizza il supporto alle donne vittime di violenza, costruendo invece un modello integrato, basato su reti territoriali, competenze condivise e una prospettiva intersezionale.
Il progetto si fonda su un partenariato con competenze complementari. Ondamind APS cura i percorsi di capacity building e formazione, lavorando sul riconoscimento delle discriminazioni multiple attraverso metodologie di mindfulness, educazione non formale e processi partecipativi. MateraHub, consorzio specializzato nelle industrie culturali e creative, accompagna la costruzione delle reti, lo sviluppo di metodologie replicabili e la redazione delle linee guida finali, trasformando l’autonomia economica in una leva di empowerment e prevenzione della violenza .

Due giorni di pratiche, relazioni e immaginazione
L’incontro nazionale di Bologna è stato progettato come uno spazio profondamente partecipativo. Dalla sessione “Dammi 4 minuti”, allo speed date delle pratiche, dalla poster session “Cartografie ribelli” al laboratorio collettivo per la creazione di una fanzine, fino alla passeggiata femminista e al lavoro sulla comunicazione femminista.
Il filo rosso che ha attraversato tutte le attività è stato chiaro:
· spostare lo sguardo dai progetti alle pratiche,
· dall’individuale al collettivo,
· dalla narrazione alla trasformazione.
Ogni realtà ha portato il proprio pezzo di mondo: lavoro e autonomia, spazi pubblici e notturni, partecipazione giovanile, spazi sicuri transculturali, linguaggi e immaginari. Un mosaico che restituisce quanto la violenza di genere sia una questione sistemica e trasversale.
Quali nuovi spunti ci portiamo a casa?
Dal confronto con le altre realtà POWER emergono due apprendimenti fondamentali.
Il primo è una conferma: l’empowerment funziona davvero quando è collettivo. Molti progetti, come EMPOW(H)ER, lavorano sul protagonismo delle beneficiarie e sulla costruzione di comunità di pratiche capaci di trasformare anche i servizi.
Il secondo è una nuova apertura:il ruolo centrale degli spazi e dei linguaggi. Strumenti creativi – arte pubblica, narrazione visuale, camminate urbane, fanzine, campagne femministe – emergono come dispositivi politici, capaci di rendere visibili i margini, nominare la violenza e costruire alleanze nei territori.

Un approccio che vogliamo portare dentro NINA APS
Tra le idee emerse, ce n’è una che intendiamo adattare e approfondire nel nostro lavoro: rafforzare il legame tra empowerment individuale, dimensione comunitaria e comunicazione pubblica.
In concreto, questo significa per EMPOW(H)ER:
valorizzare i momenti di restituzione pubblica dei percorsi come atti politici;
sperimentare strumenti narrativi e visuali che permettano alle donne di raccontarsi come soggetti attivi;
creare spazi di confronto ispirati alle comunità di pratiche, coinvolgendo operatrici, stakeholder e beneficiarie.
L’obiettivo è far sì che il reinserimento lavorativo diventi sempre più una leva di trasformazione culturale dei territori, e non solo un traguardo individuale.
Tornare a casa con più potere
Da Bologna torniamo con una consapevolezza forte: non siamo sole. POWER ci ha restituito una rete viva, fatta di differenze e visioni condivise. Una rete che non cancella i margini, ma li attraversa e li rende generatori di cambiamento.
Ed è forse questo il potere più grande che ci portiamo a casa: sapere che il fuoco continua a circolare. E che raccontarlo insieme lo rende più forte.
*Il progetto EMPOW(H)ER è realizzato nell’ambito del programma ‘POWER – Promoting Organizations' empoWErment to guarantee women’s human Rights and stop gender-based violence’, coordinato da WeWorld (WW), in collaborazione con ActionAid Hellas (AAH) e Asociación Bienestar y Desarrollo (ABD). POWER è cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma ‘Citizens, Equality, Rights and Values ’ (CERV – 2023 – DAPHNE).







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